Fame, violenza, disperazione
La morte è a volte una benedizione
L’ideologia fa l’uomo leone
Al disertore spetta la prigione
Il sangue continua a essere sparso
E dal fuoco il suolo a essere arso
Oppure la gente muore come sul Carso
Senza interruzione da marzo a marzo
Fucili, obici, carri e bombe
Mutano le orde in mute ombre
Da ch’esiste l’uomo si scanna
È la sua sempiterna condanna
“L’atomica fermerà ogni guerra”
Disse chi convinse a usarla
Vaporizzò due paesi giapponesi
Ma non produsse i risultati attesi
Fango, strida, ferite e storpi
Chi dirige il gioco non vede
Campi coperti di corpi gonfi
Ma pur sapendolo non recede
Dall’intenzione non dichiarata
Di rimpinguarsi per bene le tasche
Finché si può, indefinita la data
Ai piani alti è guerra fra cosche
Spuntate sono le grida contrarie
Ma nei venti di guerra la pace non respira
Riparo deve avere da una ribellione generale
Di chi non ne può più del tremendo orrore
Stringere i ranghi e cantar vittoria
Della mano stretta su quella armata
Fino a scorgere l’alba dorata