Che pace

ISABELLA
Irta, scoscesa una rupe
offusca il monte Pollino
Alto, imponente un castello
Custodisce un grande segreto
A piedi nudi una giovane
Si aggira tra le mura
Lungo ha un abito bianco
Pace non trova, da secoli
Vita spezzata con pugnali
Dagli stessi fratelli
Un dolce canto d’amore
S’ode risuonar nelle notti
Nel borgo lucano
Poesia sale, verso l’alto
Dai vicoli del piccol paese
A Isabella riconoscente
Valsinni immortale l’ha resa
Niente asilo
Piccolo profugo siriano
Caduto in mare
Giaci inerme
una spiaggia turca
Non hai nome
Né volto
L’Europa chiude le frontiere
Non accoglie
Mediterraneo cimitero

Noi saremmo i virtuosi?
In questa mattanza
Qualcuno si salva?
Giusta è la causa
Risollevare le sorti dei popoli oppressi
Giorni sospesi 10/11/2020
Vago in una campagna semideserta
Momenti difficili per tutta l’umanità
Il giorno inizia e finisce
Siamo in dovere di dargli un senso,
vedo colori e rumori
Colgo il profumo della vita
Giorni d’autunno assolati
Foglie avvizzite
L’erba gronda di rugiada nel mattino
Nutrimento riceve dall’ umidità
Pochi frutti restano
inondano con i loro colori gli alberi rinsecchiti
vorrei essere come voi, cosi docili e tranquilli
adattati al cambio delle stagioni
vorrei rimanere inerme
in questi giorni di riposo invernale
e risvegliarmi più forte in primavera
quando la luce del giorno sarà accesa di vene iridescenti
e il caldo tepore riscalderà come un abbraccio i rami rinverditi
Ci sarà una nuova primavera
Una rinascita alla vita