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Racconto

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INCONTRI

Autore: Tiziana di Giovanni

Non ho mai capito perché il postino, con tutti i nomi sul citofono elencati in modo casuale, suoni sempre a me. Una mattina, mentre sto uscendo, lo sorprendo…e ironicamente glielo faccio notare. Lui sul momento rimane imbarazzato, poi mi spiega che la gente, per diffidenza, non gli apre la porta, facendogli perdere tempo; io, invece, non faccio storie, quindi per questo suona sempre a me.

Il giorno seguente mi citofona, chiedendomi di scendere; penso ci sia bisogno di una firma e mi innervosisco immaginando una raccomandata, che di solito non porta buone notizie. Quando arrivo in portineria, lo trovo sorridente con una rosa rossa tra le mani e mi dice: “Un pensiero per una signora gentile”. “Grazie” riesco solo a rispondere sorpresa e commossa. 

Il fiore ora si trova tra le pagine di uno dei miei libri preferiti che sto rileggendo; è un gesto che si usava fare una volta per conservarli e ricordare un bel momento vissuto.

Davanti al supermercato come sempre trovo Mustafà: “Ciao Signora!”, mi dice come al solito. “Vedi sono tornato!”. Rispondo “Lo vedo…tutto bene a casa?” “Sì! Nato altro figlio”. Rispondo un po’ alterata “Ancora!? Possibile che ogni volta che vai a casa fai un figlio?” “I figli sono un dono del signore”, risponde.

Non mi resta che sorridere!  Le sue risposte mi disarmano sempre, sono sagge, spontanee, pure, concrete, poetiche; anche se spesso non le condivido, mi fanno capire che sarebbe inutile discuterne. Ci sono culture diverse, non si possiede un’unica verità (non ne esiste una migliore di un’altra, bisogna prendere il meglio di ciascuna e trovare un punto di incontro per stabilire un arricchimento culturale e di vita tra altri popoli).

“Quanti figli hai ora?”, chiedo. Risponde orgoglioso “Sono otto, cinque maschi e tre femmine”. Tendo la mano per dare i soliti spiccioli, ma questa volta non li vuole. Mi guarda e prende dalla tasca uno di quei ninnoli di artigianato del suo paese, un elefantino di legno; me lo porge e dice: “Tra poco sarà Natale…la tua festa. Questo elefante per noi vuol dire fortuna, pace ed è di buon auspicio. Tu sei sempre gentile. Tu prendilo e Mustafà è contento”. Lo abbraccio, non posso farne a meno. “Grazie” rispondo e, mentre mi allontano, lo vedo con la mano alzata che dice “Ciao Signora”.