LA FORZA NON È MIA
Ad Aleppo il tempo sembra essersi fermato
son passati dodici anni,
e ancora c’è un conflitto armato.
È solo terrorismo allo stato puro.
Tra attentati suicidi ed autobombe
si massacrano civili senza colpe.
Il più spaccato è il fronte dei ribelli
bombardamenti e mine
all’improvviso diventano coltelli.
Divisa in due,
è sempre sotto assedio,
non c’è scampo non c’è più riparo,
solo macerie che sembran fatte in serie.
Manca acqua, cibo, carburante elettricità
ma per i civili nessuno prova pietà.
Non bastasse il terremoto ed il colera,
lo scoppio della guerra in Siria è una bufera.
L’ho visto nelle foto lo sgomento,
la voglia di non arrendersi e lottare,
volere quello che per noi è normale,
una vita, un lavoro e una famiglia,
magari proprio davanti ad un focolare.
La mano di un bambino che chiedeva,
perché la sua scuola era bruciata,
mancava l’acqua o forse non era bastata?
In questo pezzo di terra martoriato
c’è un posto che però sembra incantato,
la casa della pace apre le porte
a chi cerca di sfuggir anche alla morte.
Un monastero tra i ruderi viene fuori
lì trovi i pochi cristiani,
che della pace sono ambasciatori.
Non tengono armi in pugno,
perché non serve
l’unica arma è la fede che riemerge.
Un fiore nel deserto della vita
perché tra tante morti e distruzione
ritorni a far bandiera solo l’amore.
Con gli occhi pieni di lacrime,
di fronte a queste anime abbandonate,
quel senso di impotenza mi pervade,
caro Occidente, hai perso tanta gente.
Muto
davanti a dei lenzuoli bianchi
e ad una grande fossa ora sei caduto.
La lezione più importante che ho imparato
è stata quella
con la violenza non si è mai vinta guerra.
La forza non è mia ma di quella gente
che in Dio
nonostante tutto è rimasta credente.