Le parole che l’uomo dovrebbe liberare
stanno aggrappate a onde incredibili,
si proteggono dentro i solchi arati,
si stringono a scie di stelle sottilissime.
Il palmo della mano a tastare la terra,
il dorso a disegnare nel vento,
camminando sopra passi tratteggiati
per gli occhi e le voci dei canti.
Il profumo dei campi di rose
basterà per scegliere
queste parole da toccare, da sfocare,
da condividere e donare.
E virgole e punti saranno la grammatica
fatta da fili d’erba e sorrisi bambini.
La tua dolcezza che non conosce soste
varrà il pane che assieme divideremo.