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Racconto

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La ricchezza dei piccoli

Autore: Angela Rossi

La donna si alzò in fretta dal letto, aprì le persiane e vide che era una bellissima giornata di sole. Era il suo compleanno e, ogni anno, questa ricorrenza la riempiva di gioia e sembrava che anche il tempo volesse partecipare alla sua felicità.

Andò in bagno e si guardò allo specchio che gli rimandò l’immagine di una donna non più giovanissima, ma non le importava, perché il viso non rispecchiava quello che lei sentiva dentro: la voglia di fare, di conoscere, di imparare…

Quasi involontariamente le uscì un grazie. Ma grazie a chi? “Grazie alla vita che mi ha dato tanto”, le tornarono in mente le parole di una canzone di cui non ricordava né il titolo né l’autore, ma che le parvero appropriate.

Aveva sempre pensato che la sua vita fosse un po’ banale, ma nell’ultimo periodo aveva cominciato a riandare con il pensiero a esperienze del passato e si era ricreduta: la sua vita era piena di avvenimenti che l’avevano arricchita, fatta crescere e diventare forse un pochino più saggia, forse… non ne era proprio convinta.

C’erano stati momenti difficili, ma la donna li aveva accantonati in un cassettino della memoria, non che se ne fosse dimenticata, anche perché li aveva sempre affrontati in prima persona, ma meglio far emergere le esperienze più felici, soprattutto il giorno del suo compleanno.

Quante avventure gratificanti!

Subito le vennero in mente i visi di Adya, Salama, Minetu, Wera. Era la fine degli anni 80 e ancora non c’era stata l’ondata di arrivi di persone disperate che cercano un po’ di pace e una vita migliore e quindi l’arrivo di un gruppo di bimbi del popolo Saharawi per una vacanza che permettesse loro conoscere un paese diverso da quello di tende e di sabbia in cui vivevano, era visto con curiosità.

In verità la donna non aveva mai sentito parlare di questo popolo e della guerra che stava combattendo per poter tornare nella sua terra, il Sahara Occidentale occupato dal Marocco, che lo aveva costretto all’esilio in un pezzo di deserto concesso dall’Algeria. D’altra parte era una guerra che non interessava molto e di cui si parlava poco, perché da una parte c’era un paese forte, dotato di armi e dall’altra un popolo pacifico che reagiva a un sopruso.

La donna e il marito decisero di accogliere due dei bimbi del gruppo e per loro cominciò un bellissimo viaggio che li portò a scoprire un modo nuovo di vivere in cui amicizia, condivisione, accettazione divennero la normalità.

I bimbi erano entusiasti di tutto, per loro era tutto nuovo, vivevano in tende nel deserto, quindi gli alberi, la frutta e soprattutto l’acqua che scendeva dal rubinetto senza che si dovesse faticare per l’approvvigionamento furono per loro motivo di grande stupore.

Certo c’era qualche difficoltà con la lingua, l’arabo, ma la donna si accorse presto che i bimbi Saharawi interagivano benissimo con quelli italiani, loro si capivano pur parlando lingue diverse e allora la donna imparò da loro e tutto divenne più facile.

Si sforzò anche di vedere ciò che la circondava come lo vedevano loro e a non dare tutto per scontato, aveva cose a cui non dava importanza e che per altri erano vere e proprie ricchezze.

Fu un periodo di incontri, di nuove amicizie e questi bimbi, che non avevano niente, portarono una ricchezza nuova nella sua vita.

Il rito del te fu determinante. Wera, una giovane accompagnatrice, fece conoscere alla donna e a tante altre persone questa tradizione del suo popolo.

Ogni giorno si invitava o si veniva invitati e Wera cominciava a versare il te più e più volte dalla teiera ai bicchieri che poi venivano offerti ai presenti, poi di nuovo dalla teiera ai bicchieri, fino a quando il te diventava via via da molto amaro a leggero. Erano gesti antichi, quasi ipnotici e nel frattempo i presenti si rilassavano, chiacchieravano e apprezzavano il piacere dello stare insieme.

Dopo qualche mese il gruppo tornò nel proprio paese, ma questa esperienza aveva fatto nascere nella donna e in suo marito una forza nuova che li portò a fare scelte molto importanti che cambiarono la loro vita.

Il profumo del caffè che aleggiava per casa riportò la donna al presente. In un soffio le uscì ancora un grazie e poi sorridendo si avviò ad affrontare la bellissima giornata.

Descrizione dell'Opera: Esperienza di vita vissuta e in questo contesto romanzata