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L’ultimo turno

Autore: Lodovico Ferrari

L’ultimo turno.

Fa caldo in questa branda. Il soffitto dipinto in un beige stinto è striato dallo sporco e dall’età. 

Gli occhi non si chiudono, niente da fare. Avrò fissato questo soffitto centinaia di volte, ma mai come questa notte. Intorno a me rumore di uomini che russano, odore di sudore, rosse luci fioche che indicano l’uscita. 

Riesco a mettere a fuoco la mia divisa appesa qui di fianco. Grigia e gialla. Il casco nero, che mi ha accompagnato per quarant’anni, tra poco, rimarrà orfano. 

Questa è la mia ultima notte qui, in mezzo ai miei compagni, in mezzo alla mia vita, in mezzo a tutto ciò che l’ha resa diversa e avventurosa, mio malgrado. 

 

Vent’anni, tanti ne avevo quando ho scelto di essere un vigile del fuoco, nella mia cittadina di McKinney, Texas. Non mi sono mai considerato un eroe, l’ho fatto per lo stipendio, perché dalle nostre parti non succedeva mai nulla, perché la gente mi vedeva come un benefattore della comunità. 

 

E poi l’incendio a casa Retter, quella bimba nella camera al primo piano, il pianto che si sentiva dalle scale, le urla della madre. Ho sbagliato, ho sbagliato, ma non ho resistito. Ho rischiato la mia vita per una causa persa, in mezzo alle fiamme. Odore di carne bruciata, sapevo che era la mia. Ma l’ho raggiunta e, quando abbiamo toccato l’erba verde, umida, del prato, ho visto quegli occhi marroni aperti sul mio viso. E il dolore delle ferite è stato meno forte. 

 

Ma per una storia che scalda il cuore cento ce ne sono state a raggelarlo. Incidenti mortali, famiglie disperate, bimbi abbandonati troppo presto da coloro che li hanno generati. Lacrime, lacrime e dolore. E io troppo sensibile per fare in modo che l’emozione non mi rovinasse l’esistenza. 

 

E poi il trasferimento, ne avrei fatto volentieri a meno, sarei rimasto nella mia città natale a passarci il resto della vita, anche senza fare carriera. Ma i soldi in più ci servivano. Per curare mia figlia, maledetto sistema sanitario americano, fatto per i ricchi. 

 

La metropoli mi ha accolto come accoglie tutti, con l’indifferenza di una grande città. Un impiego decente, una casa decente, una famiglia decente. Tutto ciò che rende la vita mediocre. Almeno agli occhi di chi mediocre lo è davvero. Non si può essere una famiglia anonima quando si è una famiglia vera. Due figlie sposate, e i nipotini, luce dei nostri occhi. E poi lei, la mia compagna da sempre. Ho conosciuto mia moglie al college e niente e nessuno ci ha mai separati. 

 

L’ultima notte, quella che non passa mai. L’emozione mi tiene sveglio. Da domani dormirò nel mio letto, con mia moglie. Niente più turni, niente più sveglie notturne per recuperare il classico gatto sull’albero. L’età si fa ormai sentire, arrampicarmi sulle scale o correre all’impazzata per collegare la manichetta dell’estintore comincia a pesare, a pesare troppo. E’ arrivata l’ora di smettere e di godermi gli anni che mi rimangono nella casa di campagna, stretto alla mia donna, davanti al camino, aspettando il giorno che verrà. 

 

Mi alzo. Tanto non ce la faccio a prendere sonno. Sono ormai le sette passate, tra pochi minuti la sveglia comincerà a suonare e cinque ore mi divideranno dal termine del turno. L’ultimo. 

 

La Grande Mela si sta svegliando, dalla finestra della caserma vedo in lontananza i grattacieli dove finestre rischiarate in modo casuale creano immensi mosaici di luci. Migliaia di persone in quello stesso momento stanno abbandonando il caldo giaciglio per gettarsi sotto una doccia prima di fare colazione. 

 

Mi giro, Jack si sta svegliando, è ora che mi vesta per le mie ultime ore da vigile del fuoco della città di New York. Do un’ultima occhiata alla sveglia digitale prima di indossare la divisa. Ore 7:42, 11 settembre 2001.  

 

Nella mensa la colazione mi attende insieme ai ragazzi. Tra toast imburrati e tazze di tè si scherza sulle mie future pantofole da pensionato.  

La sirena suona.  

Si parla di aerei, di grattaceli, di Torri gemelle.  

Mi vesto.  

Si va. 

Descrizione dell'Opera: Il coraggio dei vigili del fuoco in occasione di una delle peggiori tragedie degli ultimi anni.