Odessa 2022
Sfilano orizzonti
lacerati dalle scie dei missili
proprio là dove stupiva
il volo degli aironi.
Straziano le nubi un velo opaco,
il terrore negli sguardi
nudi al presagio delle bombe,
le urla soffocate al suono di sirene.
E neri fumi salgono,
avvolgono macerie su macerie,
immagini che scandaglia il mondo
nei crateri dei mercati,
nella devastazione delle fabbriche,
nell’intimità di stanze
custodite calde fino a ieri.
Eppure, noi qui si respira
ancora fiato nei rifugi;
sgranando un rosario di timori
si esce a cercare un po’ di pane
per sfamare l’innocenza
di quei figli che già sanno
come piangere in silenzio.
Ci si alza in piedi, piano,
tutti la forza di soffrire,
la coscienza di resistere
a questo tremare che perseguita,
a questo dolore di esser vivi
in una terra violentata.
Eppure, nel cuore
una speranza ci conforta,
le nostre braccia tese
al domani che verrà … sì … verrà …