Presente
Autore: Lelio Naccari
Quando mi vuotai le mani di me stesso
Me le trovai davanti al petto
sul letto.
Mi si erano alzate di notte,
mentre stavo dormendo.
Aprii gli occhi e le trovai così
senza sapere come, quando, perché.
Da lì in poi,
non lasciai che un altro giorno scorresse
come niente, senza che vi fossi presente.
Automatismi parlavano per me, giocavano con me
ma erano normali, la mia realtà.
Con gli occhi aperti guardavo le mie mani spalancate
come se qualcuno o qualcosa ne avessero preso possesso
E non volessi più tornare indietro
E non potessi più lasciarmi dentro chi non ero.
Coi palmi delle mani davanti,
mi chiesi cosa le avesse fatte muovere, senza il mio volere.
Da quale forza nascesse la mia.
Rimasi allora fianco a fianco di me stesso, come amico, come figlio
lasciando che il dolore ci trafiggesse di un’unica lancia.
Non fuggendo più dal nemico
Ma avvolgendolo in un umile abbraccio.
Col tempo che ci vuole,
La vita che ci vuole,
Il cuore che ci vuole.
Descrizione dell'Opera: Sono autore, regista e attore di Messina. Cerco di realizzare progetti trasversali, che coinvolgano e divertano tutti, ma con profondità. Potremmo dire "Unire l'utile al dilettevole", o "Il sacro al profano". Citando Leonardo Da Vinci: "Homo sum, humani nihil a me alieno puto". Questo testo non ha nulla di pianificato, è venuto fuori da sé, in seguito a un'esperienza vissuta. Penso - mi auguro - si spieghi da sé, ma se proprio dovessi aggiungere qualcosa, potrei dire che l'altro è nel bene o nel male uno specchio di noi, e che il rapporto con noi stessi ha una rapporto essenziale nella tessitura della pace con gli altri. Sarebbe bello ci educassimo sempre di più a saperlo, piuttosto che spargere sale sulle ferite e urlarci contro. Ma è un processo graduale, che implica anche fallimenti. Suppongo non ci si possa esimere dalla propria umanità. Possiamo però appunto, provare a starci accanto. Grazie per la vostra bella iniziativa e il progetto. Lelio Naccari