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Quel che è muto ma sa parlare

Autore: Elisabetta Liberatore

Quello che è muto ma sa parlare


La pace, suono purissimo,

che sia musica o parole, vento o inno,
non il vuoto che sa di giostra deserta
in tondo intorno a un cerchio
che accade senza essere mai.
Se quello che avanza

tra le cose innominate che non comprendi
è quell’unica posa di manichino
nella battaglia che infuria dentro il temporale
e di tutti i ritmi che urlano alla frontiera
tu stringi quell’unico pasto tiepido
e l’unica fede di poche rade parole,
il tuo è un volo basso di gazze
attratte da un gioco di specchi,
un unico vaso di gerbere  che curi ogni mattino,
un unica strada, quartiere, ponte, borgo, città…
Forse potresti cercare ore non tue
che vivono veglie dentro le notti
– il freddo frantuma le ossa, e gela lo sguardo –
e restano a lungo, intere vite di pezza,
intere stagioni marce di polvere e ruggine,
intere piogge di schegge, di cenere,
crudeli e terribili che durano, durano oltre la vita,
oltre la morte, oltre la fuga degli astri.
Per la pace servono inverni non tuoi,
serve aprire le mani
per raccogliere il fondo o nulla,
il sacro o nuove paure, le cose nascoste,
quello che è muto ma sa parlare.

Descrizione dell'Opera: nd