SULLA CODA DEGLI AQUILONI
Ci pensi? Qualcuno in questo momento
sta facendo qualcosa a sua insaputa.
Anche mandare a memoria un verso di Ungaretti
da solo in un giardino e le piante
ad allungarsi di ombre a stropicciargli il viso
E noi qui davanti ad una finestra
Intabarrati nella quotidianità degli affanni,
con il cuore in bilico fra un dare e un avere
inseguendo scadenze, liste d’attesa col prodigio
e l’incoscienza di chi sa per certo che il domani, forse,
non riserverà sorprese e le voci sfideranno
il loro rituale affievolirsi come una veglia
sotto questa enorme navata che è questo spicchio di mondo
mentre la notte, rovesciandosi su quelle fiammelle
svettanti dai candelabri di cemento delle periferia,
si accenderà di luci e di insonnie.
Ma là, a Gaza, dentro quel cortile di polvere e cielo
c’è chi ha deciso di giocare alla guerra
senza che qualcuno abbia potuto scegliere
quale inquietudini seguire, solo avvolgere
dentro un lembo di scucito di terra
l’ultimo sguardo di un figlio, quel che resta
di un abbraccio e un presente impossibile
da declinare al futuro.
E poi ci sono quei bambini fra le macerie
che hanno ancora la forza, aprendo le braccia
per fermare le bombe, di sognare di far volare
sulla coda degli aquiloni le parole della pace.