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SUONI EVOCATIVI

Autore: Luciana Cirtoli

SUONI EVOCATIVI
Come voler bene a se stessi e quindi agli altri

Finalmente è arrivato il momento tanto atteso della fine di una giornata dedicata soprattutto al benessere degli altri sia nell’ambito lavorativo sia nell’ambito famigliare. E’ IL MIO MOMENTO! Anzi ERA il mio momento. E’ appena tornato mio figlio da scuola piuttosto nervoso per una disputa con il suo compagno di banco. Poverino! Lo lascio sfogare e mi metto in modalità di paziente ascolto delle sue ragioni nel ritenersi offeso dal comportamento di Marco che è il suo migliore amico fin dai tempi delle elementari. Man mano che parla si rende conto che, forse, sta esagerando e che è più importante l’amicizia di quanto è successo. Bene! Prosegue l’operazione “diamoci una calmata” con una tecnica che uso da quando era bambino. Ci sediamo sul divano, scelgo uno dei nostri CD preferiti, lo infilo nel lettore, chiudiamo gli occhi e condividiamo le sensazioni che ci evocano i suoni che si espandono nell’aria.

Il flauto di Pan ci proietta immagini tratte da film western con la colonna sonora di Ennio Morricone. Vediamo estese pianure solcate da mandrie di bufali che corrono in libertà finché arrivano cowboy a cavallo che li radunano e li portano al ranch per la marchiatura. Sentiamo lo scroscio di torrenti, a tratti tumultuosi, circondati da campi di papaveri gialli e rossi e da radure costellate di faggi ed abeti bianchi.

Ma ecco sovrapporsi immagini di una grande città, New York negli anni ’40/’50, con il ponte di Brooklyn che si staglia nel cielo azzurro e capiamo che ci è venuto in mente uno dei nostri film preferiti “C’era una volta in America” con una colonna sonora indimenticabile di Morricone con il flauto di Pan suonato dall’artista rumeno Gheorghe Zamfir. Si affaccia alla nostra mente la scena della visita al cimitero di Noodles, impersonato da Robert de Niro, quasi interamente accompagnata dal suono struggente del flauto di Pan. D’altronde ben si confà al colpo di scena in arrivo: la rivelazione di un inganno durato 35 anni. Caspita! Ci è venuta voglia di rivedere questo capolavoro.

Ed ora perchè vediamo il Grand Canyon? Noi sul piccolo aereo da turismo in sorvolo su questa parte di Arizona, con la bocca aperta ad ammirare i cavalli selvaggi sotto di noi che sembra vogliano ingaggiare una gara. Vediamo anche la nitida immagine del negozio dei nativi americani dove comprammo dei morbidi mocassini indiani, una collana di pietre turchesi e … un piccolo flauto di Pan, strumento molto diffuso tra i nativi americani.

Ci è bastato ascoltare la melodia giusta per evocare ricordi che ci hanno riappacificato con il mondo intero infondendoci l’anima di suoni curativi e la mente di viaggi fantasiosi. La musica come linguaggio universale terapeutico contro la cattiveria, la violenza anche verbale che ci circonda. La mia strategia di condividere bella musica ancora una volta è risultata vincente.

Luciana Cirtoli

Descrizione dell'Opera: La musica che ha dato vita a questo racconto è "The lonely shepherd" con l'orchestra diretta da André Rieu e con il flauto di Gheorghe Zamfir. Questo brano musicale ci è stato proposto nel corso di scrittura creativa che frequento all'Unitre di Lodi, con il fine di creare una storia che esternasse le sensazioni e le emozioni suscitate dall'ascolto. La musica per raggiungere uno stato di pace in noi stessi ed aiutare gli altri a stare meglio con se stessi e con il resto del mondo.