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Umanità

Autore: Luisa Benelli

Umanità
Muri invalicabili, inviolabili, densi di lacrime mescolate al cemento. Edera rampicante solo quanto basta per non sentirsi intrusa, lucertole sonnecchianti al sole, arrendevoli, consapevoli di non riuscire a vincere l’altezza. Le voci urlate tra i mattoni, nomi per farsi riconoscere, clamore per farsi sentire. Filo spinato e corrente che fanno male soprattutto al cuore. Eccoli i muri: non sono altalene per i fotografi, non sono spazio infinito per l’anima. Sono argilla e cemento che violano i diritti umani, ferro e polvere che frenano la libertà dei popoli. Decidi che devi innalzare un muro per sentirti sicuro, per chiudere le frontiere perché ci sono persone che vorrebbero scappare. Persone che dovrebbero essere accolte, uomini, donne e bambini che non hanno fatto nulla di male. Sono solo nati dalla parte sbagliata del muro, sono solo persone che di muri ne hanno superati già molti ma trovano spesso il muro più difficile da superare, quello dell’indifferenza.”. Sono troppi, stiano nel loro Paese, non provino a superare la frontiera, se annegano in mare in fondo è solo colpa loro, se la sono cercata”. E si cambia canale alla televisione, e si alzano le spalle perché in fondo io non posso farci nulla ma se ogni singolo essere umano si chiedesse “se ci fossi io in quella situazione? Se dovessi scappare dalla fame, dalla guerra, dalla violenza, sarebbe un crimine cercare di salvare la mia famiglia? Sarebbe sbagliato camminare per ore e arrampicarsi sui muri per cercare di vivere una vita migliore? Muri di disinteresse, perché in fondo a me non è mai capitato. Per fortuna però intorno ai muri tante mani unite di persone che accolgono, aiutano, condividono. Non hanno molto ma ti donano un sorriso, hanno poco cibo ma lo mettono a disposizione e aspettano. Attendono pazientemente ogni giorno sperando che i mattoni siano usati per creare ponti, passaggi verso vite normali non straordinarie in cui tutti possano esprimere le proprie idee, in cui tutti abbiano il diritto di poter studiare, di avere un lavoro, una casa. Vita in cui si va al parco la domenica per un pic nic con i bambini, vita fatta di momenti felici che costruiscono pian piano la felicità. Ponti per vivere il futuro, sorrisi che scrosciano come ruscelli, girasoli alti verso il cielo, pesciolini guizzanti che amano la vita. Ponti di emozioni gioiose, di abbracci, di parole sussurrate per riuscire a sentire il battito del cuore, ponti di orgoglio per chi li costruisce affinché i valichi non siano più insormontabili, ponti di tenerezza. I mattoni e il cemento posti in modo diverso possono davvero cambiare la vita di molte persone. Non sovrapponiamo i mattoni verticalmente per non regalare la nostra vita all’indifferenza, non diciamo è una cosa che non ci riguarda: le nostre case sono fatte di muri spesso troppo chiusi ma intorno a noi abbiamo tanti ponti, noi siamo proiettati verso la felicità, rendiamola fune per valicare, piccone per distruggere, ponte da costruire per chi ha bisogno anche del nostro aiuto. I ponti sono l’unica salvezza che ci rende umani: restiamo tali per rendere migliore la nostra vita, per sentire che siamo piccoli nell’Universo ma importanti. Saremo uomini e donne che lasceranno un segno, saremo il futuro per i nostri figli, saremo quelli che vorranno vedere solo valichi, brecce e ponti. Saremo umani.