Categorizzazione:

Racconto

Scritto

Funzioni:

UN FIOCCO DI SPERANZA

Autore: ELISABETTA GRILLI

UN FIOCCO DI SPERANZA

di Elisabetta Grilli

Il cielo era stellato, tanto che, dopo averlo contemplato, ci si chiedeva se sotto un cielo così potessero vivere uomini senza pace.

Fëdor Michajlovič Dostoevskij, Le notti bianche

 

Ci sono immagini così forti e così tragiche che ti sembra di riviverle in continuazione. E la paura che arriva all’improvviso, silenziosa come un alito di vento, non va mai via.

Strade di fuoco sotto cieli scuri. Piogge di missili che rigano il cielo e squarciano i palazzi.

Il rifugio di Iryna trema. Trema ad ogni bomba. E trema sua madre, Eva, accanto a lei. Il cellulare s’illumina, è un messaggio di nonno Yuri: domani le porterà al confine.

Erano otto giorni che resistevano nello scantinato del palazzo. Ormai a Kiev non c’era più luce e gas e per riscaldarsi accendevano una stufa a legna. Faceva molto freddo e dormivano vestiti sperando di proteggersi.

Erano iniziati i saccheggi nei negozi e gli attacchi nella zona del loro palazzo. Il cibo era razionato ma Eva aveva paura di rimanere senza e non sapeva come avrebbero fatto dopo. Dovevano abbandonare la città.

Iryna si stringe nelle spalle. Andranno via da Kiev, via dalla terra che trema e dal cielo che piove fuoco.

Via da suo padre Viktor con il fucile in mano, là fuori, che deve rimanere.

Quella notte la bambina non dorme: come possono lasciare papà in quell’inferno?

Abbandonano il rifugio all’alba, il nonno aiuta a caricare in macchina un solo pesante trolley.

Era permesso portare solo le cose più importanti e lei non aveva avuto dubbi: aveva scelto di portare con sé l’album delle foto di famiglia, nient’altro!

Iryna sta per salire, poi un miagolio. Nitida, una palla di pelo bianco stride tra il grigio delle macerie.

La bambina afferra d’istinto il gattino e se lo infila nel giubbetto.

Se lo stringe sul suo petto con un abbraccio.

Subito il lamento si placa. Sua madre se ne accorge quando sono già in viaggio. La rimprovera, forse aveva una mamma là intorno. Ma Iryna sa che non è così. È stato Fiocco a chiamarla. E per questo non smette di abbracciarlo e di tenerlo al caldo.

Non c’è bisogno di dire null’altro: è l’amore puro condiviso da due creature così diverse ma così vicine. È la magia dei gatti che, come d’incanto, prevale e unisce.

Due giorni di macchina, code infinite tra cortei d’alberi spogli. Attraversano paesaggi fatti di ampie e basse colline e distese di campi coltivati a grano, adesso coperte da una coltre gelata. Sembra un gioco di specchi, di immagini che si intersecano e si sovrappongono, come in una dimensione metafisica, in cui prevalgono il silenzio e una latente inquietudine.

Di notte bagliori lontani, l’eco della guerra che li insegue. Poi, il serpente di macchine si blocca del tutto, gli ultimi venti chilometri bisogna farli a piedi, dentro a un vento ghiacciato.

Migliaia di persone, tante donne e bambini, come una ondata di marea, camminano in silenzio per tentare di varcare il lungo confine verso la salvezza dalla guerra.

Eva cammina tenendo Iryna per mano. La stringe con la dolcezza e la serenità di una madre carezzevole mentre nel suo cuore c’è un tumulto che non si placa. Guarda in alto quasi a voler rincorrere le nuvole del cielo alla memoria della vita che lasciano alle loro spalle.

Iryna vorrebbe tanto fermarsi, vorrebbe solamente un posto dove rifugiarsi dal freddo, cedere al torpore, dormire. Troppo lunghe quelle strade interminabili.

È così stanca! Ma il miagolio, che di tanto in tanto è presente, le ricorda che persino lei ha qualcuno da salvare.

Anche Fiocco era come lei: un piccolo essere indifeso contro il potere dell’uomo con le armi, alla disperata ricerca di salvarsi la vita contro l’odio e la desolazione. Anche per un povero micio significava soffrire il freddo e la fame e sentire la paura che ti blocca.

Il mondo era diventato lo stesso per tutti e due e l’amore per quella piccola creatura smarrita le dava la forza e il coraggio per andare avanti.

Finalmente il valico di Porubne verso la Romania era vicino. Oltre il confine, regnava l’ignoto.

Comincia a nevicare, ma nessuno ci fa caso, ormai le priorità della vita sono stravolte.

Fiocchi delicati imbiancano le strade grigie e i palazzi martoriati. Sembra portare una fiducia, un desiderio, una speranza la neve, come quella che Iryna custodisce nel suo giubbetto e che continua ad abbracciare stretto. Un Fiocco di Speranza.

Descrizione dell'Opera: Ho scritto questo racconto prendendo spunto dalle storie di cronaca arrivate dall'Ucraina, dagli inizi della guerra. Ho voluto descrivere due sentimenti speciali che uniscono una bambina e un gattino: la bontà e l'innocenza di Iryna e Fiocco che resistono in mezzo a tutti gli orrori di una guerra. Mi sono immedesimata nei sentimenti provati dalla bambina e ho immaginato che il gattino potesse essere il suo guardiano spirituale, collegato a lei attraverso la frequenza dell'amore. Il messaggio è di speranza affinché l'amore possa riuscire a toccare tutti i cuori per arrivare alla pace. Elisabetta Grilli e-mail: grilli.elisabetta@virgilio.it cellulare: 333 6562781