Categorizzazione:

Racconto

Scritto

Funzioni:

Un gesto di cortesia

Autore: Bogdan Groza

Questa storia non ha bisogno né di un luogo specifico né di un tempo determinato; necessita solo due protagonisti provenienti da realtà distinte. Si tratta di un esempio, da essere preso come tale; non si basa sulla differenza culturale tra i due ma sulla natura buona, insita in loro – nonché in ognuno di noi.

 

Le pesanti gocce di pioggia scendevano sulla foresta buia; scivolavano da una fronda all’altra fino ad arrivare su di un tettuccio rudimentale basso e rovente. Si trattava di una costruzione grezza, fatta da grandi foglie legate assieme, e che serviva per coprire il fuoco sottostante dall’acquazzone. Sulle fiamme ondeggianti due cosce di coniglio si stavano abbrustolendo leggermente, appese a dei rami che fungevano da spiedi; di tanto in tanto un uomo che stava sul portico della capanna vi si avvicinava per controllare la carne per poi tornare al suo riparo. Era un cacciatore e un taglialegna, un pescatore e un artigiano, un lavoratore serio e capace e soprattutto una persona solitaria. Aveva stabilito lui stesso quell’allontanamento dalla vita cittadina: viveva da solo da svariati anni e andava di rado nei villaggi non solo perché erano lontani ma anche perché erano rare le volte che necessitasse fare scambi o comprare cose che da solo non poteva rimediare. Quelle poche volte che ci andava si stupiva persino di ricordare ancora come si faceva a parlare.

Per lui era un giorno qualsiasi. Certo, era leggermente infastidito in quanto la pioggia gli limitava i suoi lavori quotidiani, ma c’era ben poco da fare. Quella era la vita della foresta. Quella era il ciclo della natura. Aveva trascorso la sua giornata intagliando una pipa da un pezzo di abete e poi aveva verificato le trappole che aveva posizionato vicino alla sua casupola. Aveva catturato un coniglio che poi aveva preparato; il medesimo che ora stava cucinando. Le abitudini quotidiane e i rituali facevano parte della sua vita, ma per lui si trattava di una monotonia serena, un modo rigoroso di vivere la giornata.

Lo scrosciare dell’acqua andava amplificandosi tra gli alberi della foresta. Le gocce, sempre più fitte, martellavano incessantemente il tettuccio e il fuoco vacillava sempre di più per il vento; nella luce flebile che emanava, l’uomo si accorse di una presenza. Era un’altra persona, un individuo che a malapena si reggeva in piedi, sostenuto da un bastone nodoso e dall’albero al quale si era appoggiata. L’uomo era visibilmente affaticato; bagnato dalla testa ai piedi respirava con fatica, tossendo a scatti. Non osava nemmeno guardare il proprietario del fuoco e i suoi occhi erano puntati sul bagliore ardente e sulla carne fumante.

Lo straniero iniziò a parlare una lingua melodica che il boscaiolo solitario non aveva mai sentito. Le parole fluivano sulla sua lingua, proprio come l’acqua che scrosciava attorno a loro, ma si fermavano a mezz’aria, impossibilitate ad arrivare al loro destinatario. L’altro, da canto suo, iniziò a parlare una lingua più grezza, composta da molti suoni rauchi, ma lo straniero non diede nessun cenno di capire quelle parole. Iniziarono a gesticolare, cercando di esprimersi alla meglio; era chiaro che lo straniero era affamato, ma era impossibile da capire più informazioni a suo riguardo. Il boscaiolo prese uno degli spiedi e glielo porse, poi aggiunse atra carne sul fuoco. Con il passare del tempo la mancanza di parole divenne un ostacolo facilmente superabile; i due sembravano accordarsi spontaneamente sul significato delle cose, quasi come se cogliessero l’essenza degli oggetti stessi e non la loro codifica. Alla fine lo straniero venne accolto nella casupola, gli venne data la possibilità di togliersi gli abiti stracciati e bagnati e poi di riscaldarsi. Mangiarono assieme e continuarono a sfidare le altre barriere che potevano crearsi da quella diversità linguistica. Davanti ai loro occhi si sviluppavano storie di vite vissute, di viaggi, di passioni, di mondi interi, e tutto senza l’ausilio dell’unità base di una storia quale la parola. Si trattava di vicende che non avevano bisogno di essere raccontate in quanto senza tempo e facilmente intuibili se si ascoltava attentamente. Il boscaiolo non volle mandar via il suo ospite nel cuore della notte, quindi gli preparò un giaciglio nello stretto spazio della capanna.

Il mattino seguente, il sole si sforzava di ravvivare la natura e riscaldare la terra ancora tremante per via della pioggia gelida. Lo straniero aveva già risistemato il suo giaciglio ed era tempo di proseguire per la propria strada. Il boscaiolo gli preparò del cibo, non molto, ma almeno quanto bastava per due o tre giorni, il tempo di arrivare ad un villaggio. Avrebbe voluto salutarlo, ma non sapeva bene come; forse dalle parti dello straniero non si usava stringere la mano o forse addirittura era un gesto di scortesia. Quasi capendo il suo imbarazzo, l’altro, in segno di riconoscimento, si portò il palmo della mano verso il proprio petto, poi verso la sua fronte e infine in direzione del solitario, chinando leggermente la testa; poi scomparve così com’era arrivato.

 

Per molti mesi ripensò a quel gesto, poi il tempo e la monotonia fecero quasi che se ne dimenticasse del tutto, fino a quando sulla soglia della sua capanna, dopo due, tre anni, o forse più, non ricomparve lo straniero. Questa volta parlava la sua stessa lingua anche se un po’ goffamente. Era tornato per ringraziarlo, per portargli qualcosa in dono e contraccambiare l’aiuto che aveva ricevuto. A lui non serviva alcun ringraziamento ma accolse volenteroso l’arrivato. Prima di porgli qualsiasi domanda riguardante la sua vita, un particolare gli riaffiorò alla mente e chiese cosa volesse dire il gesto che l’uomo aveva fatto prima della sua partenza. Questi gli rispose sorridendo che non aveva niente a che vedere con la sua cultura e che era qualcosa che aveva inventato egli stesso. La mano protesa al petto e poi sulla fronte indicavano che la sua anima assieme alla sua mente sarebbero sempre stati indirizzati alla persone verso quale il gesto poi veniva rivolto. L’uomo solitario sorrise a sua volta: la semplicità del gesto e la spiegazione apparentemente banale sconfinavano nel più profondo rispetto che una persona poteva dimostrare ad un’altra.

Descrizione dell'Opera: Racconto sulla bontà intrinseca delle persone.