Categorizzazione:

Racconto

Scritto

Funzioni:

Una favola bellissima

Autore: Maria Pagani

Nel mondo fantastico delle fate c’era gran fermento. Stava arrivando la Fata Regina. Era stata lontana per parecchi mesi e ora avrebbe raccontato alle partecipanti del simposio una storia importante e commovente. La storia di una magia meravigliosa che non dimenticherà mai.
Sss…silenzio… sta parlando Fata Lucente.
C’era una volta…c’era una volta una montagna sulle cui pendici crescevano frondosi alberi. Abeti, pini, querce, larici. Erano talmente vicini che non lasciavano intravvedere gli stretti, irti sentieri.
L’uomo cacciatore si perdeva in mezzo al sottobosco dove spuntavano funghi e occhieggiavano fiorellini di rara bellezza.
Ormai nessuno osava addentrarsi troppo.
Quel tripudio di vegetazione nascondeva…nascondeva le tane di alcune famiglie di orsi :la famiglia degli orsi panzuti, la famiglia degli orsi dalle unghie diritte, la famiglia degli 0rsi spelacchiati, la famiglia degli orsi occhialuti,la famiglia degli orsi calvi…
Si stava bene in quel posto. Gli orsetti correvano da una tana all’altra, giocavano fra di loro e obbedivano ai loro genitori. Si stava proprio bene perché tutti si aiutavano. E se qualcuno annusava un pericolo ,come i passi felpati dei lupi gialli, tutti insieme si alleavano per difendere il proprio habitat e per proteggere i piccoli. Insomma andavano tutti d’accordo. Sapete cosa è successo un giorno a nonno orso panzuto? Non aveva visto una buca a causa del suo pancione e …si era slogato la caviglia. Papà degli orsi spelacchiati gli aveva preparato una benda di foglie tenere ma resistenti .Per non farlo troppo camminare lo accompagnava a trovare gli amici e lo faceva sedere in un incavo del tronco della quercia .Così poteva stare in mezzo agli altri e allontanava la malinconia. Ogni tanto, quando ne sentivano il bisogno, tutte le famiglie si radunavano nello spiazzo davanti alla tana di orso occhialuto. Era grosso, forte, imponente. Era rispettato da tutti perché sapeva ascoltare ,sapeva riflettere, sapeva consigliare con saggezza. Durante questi incontri, di solito la sera, gli orsetti avevano il permesso di stare alzati ma senza disturbare.
Sapete cosa facevano?
Giocavano a nascondino nelle tane e ridevano come matti, ma non troppo forte. I genitori, senza farsi notare, sorridevano.
Le giornate trascorrevano serene. Quell’estate però faceva molto ma molto caldo. Si sudava così tanto che i peli degli orsi più grandi rimanevano bagnati e appiccicati. Si soffocava e soprattutto non si trovava più con facilità né frutta, né germogli, né bacche, né piccoli invertebrati. Anche il torrente che scendeva dalla montagna era asciutto e senza pesci. La situazione era davvero preoccupante. Gli orsetti crescevano e avevano sempre fame. Le scorte di miele erano quasi finite in tutte le tane. Qualche orso allora si addentrava nel bosco ,lontano ,in parte sconosciuto, per cercare cibo.
Tutti si lamentavano e aspettavano con ansia la pioggia.Tutti erano stanchi.Tutti erano preoccupati perchè dovevano preparare le tane per l’inverno e mettere nella dispensa qualche cibaria per il risveglio.
Sapete che quando si svegliano dal letargo gli orsi sono deboli e hanno bisogno di fare una abbondante colazione. Subito.
Non pioveva ormai da tanto tempo. Tutti erano nervosi, tristi e con poche forze .Ecco che iniziarono le discussioni e i litigi:
– Quelle bacche sono mie! – No ,le ho viste prima io!
-Dammi indietro le noci che ti avevo regalato altrimenti… – Io sono più forte e se ti dò un pugno ti butto a terra!
Orso panzuto aveva scoperto che nascosto sotto una fascina nella tana di orso calvo era nascosto un tesoro: frutta secca e noci senza il gheriglio ma colme di miele…
Orso panzuto durante la notte, insieme a suo fratello e a suo cugino, entrò di colpo nella tana di orso calvo spaventando tutta la famiglia. Si diedero pugni, calcioni, spinte e riuscirono a rubare tutto il cibo. Gli orsetti piangevano e tremavano dalla paura. Gli abitanti di quella parte del bosco, una volta bellissima, entrarono nella lotta: tutti si picchiavano, si strappavano i peli e mandavano versi terribili.
Il saggio orso occhialuto era rimasto nascosto dietro a un grosso larice,dopo aver allontanato la sua famiglia.Mai era successa una lotta così furibonda.Una lacrima scese dai suoi occhi.
LA PACE ERA FINITA.
TUTTI CONTRO TUTTI.
Nei giorni successivi la situazione peggiorò.
La gelosia,l’invidia,l’egoismo avevano sostituito la generosità,la comprensione,l’amicizia.Orso occhialuto non sapeva cosa fare. Nessuno lo cercava più. Era diventato triste perché si sentiva incapace di far ritornare i suoi vicini di tana al buon senso.
Intanto si stava avvicinando l’inverno. Gli orsi affamati e incattiviti non riuscivano più a prendere sonno. I piccoli orsetti non giocavano più. Anzi i più grandicelli erano costretti a fare la guardia alla propria tana.
Un pomeriggio .Il cielo era quasi bianco.Minacciava neve.
Orso occhialuto era seduto lontano dalla sua tana, con la schiena appoggiata a un tronco e il testone sulle ginocchia. Singhiozzava e cercava di trattenere le lacrime. Stava pensando di andarsene via con tutta la sua famiglia per cercare nuovi posti in cui vivere tranquilli. Temeva però che i suoi orsetti non ce l’avrebbero fatta.
CHE TRISTEZZA! CHE DOLORE !
Si alzò lentamente e si incamminò verso un lato della montagna dove crescevano gli abeti rossi alla ricerca di rami ” stanchi” e caduti. Aveva intenzione di costruire uno slittino per i piccoli e vederli ritornare un poco allegri.
Improvvisamente gli apparve tra le fronde sempreverdi a lato del sentiero una orsetta bellissima con il pelo lucido di un color miele. Gli occhioni azzurri erano luminosi. Sembrava buona e simpatica perché sorrideva.
-Ti posso aiutare? – Sai sono veloce e brava.
Orso occhialuto la squadrò .
-Chi sei? Non ti ho mai vista da queste parti. Come ti chiami? Dov’è la tua casa?
Il buio della notte cominciava a scendere ma i due , seduti su uno spuntone di roccia ,continuavano a parlare.
-Volete sapere cosa si sono detti?
Seguite il mio racconto e lo capirete.
Orso occhialuto dopo un abbraccio sorrise e di colpo voltandosi non vide più la misteriosa orsetta. Sorrise ancor di più.
Tornò velocemente al paese degli orsi. Chiamò a uno a uno tutti gli orsetti non controllati dai grandi che discutevano arrabbiati mentre preparavano fionde enormi. Lo seguirono.
Orso occhialuto parlò con loro. Poi presero sassi ,rami e, come una processione ,entrarono nello spiazzo delle riunioni.
PACE… PACE… PACE…
NON VOGLIAMO PICCHIARE-NON VOGLIAMO ATTACCARE-NON VOGLIAMO URLARE…
VOGLIAMO GIOCARE..VOGLIAMO CANTARE…VOGLIAMO PARLARE..
PACE…PACE…PACE…
scandivano con il più alto tono di voce possibile e battevano i sassi uno contro l’altro e facevano dondolare i rami in alto e passarono in fila davanti a tutti i grandi senza paura.
Poi li presero per mano e li fecero sedere a cerchio senza difficoltà perchè erano stupiti e non capivano cosa stesse succedendo.
In mezzo al cerchio orso occhialuto si alzò sulle zampe posteriori con fatica ma deciso a intervenire per riportare la pace. Gli orsetti cominciarono ad accoccolarsi: chi rannicchiato sulla pancia della mamma, chi sulle spalle del papà, chi abbracciato agli zamponi dei nonni, chi vicino ai fratelli…
Orso panzuto tentava di interrompere il discorso e di ribattere ma veniva zittito dagli orsetti ben svegli e complici.
Al termine del discorso di Orso occhialuto tutti tornaroni in silenzio nelle proprie tane.Gli orsetti si abbracciarono e si augurarono la buona notte.
Finalmente silenzio.Che pace.
Orso occhialuto rimasto solo alzo’ gli occhi al cielo e vide una stella fare capolino da una nuvola e illuminarla di azzurro.
Soddisfatto sorrise e con la zampa mandò un saluto al cielo.
-Grazie magica orsetta…e una lacrimuccia cadde sul suo nasone.
Ora vorrete conoscere cosa successe nei giorni a seguire.
Ritornò il rispetto, l’amicizia ,la generosità, la comprensione, la serenità.
Come per magia il bosco, dopo la pioggia e illuminato dai raggi del sole,
offrì i suoi frutti.Il torrente divenne impetuoso e ricco di pesci.
Le famiglie fissarono delle regole di comportamento per tutti.
Finalmente con il cuore sereno e non più incattivito cominciarono ad avere sonno .Sarebbe iniziato il letargo.
Orso Occhialuto rientrò nella sua tana dove lo aspettavano i suoi orsetti e mamma orsa .Si addormentarono per il lungo inverno abbracciati stretti stretti.
Oh…Oh…le fate commosse batterono le mani alla loro regina.
-Che bella magia…importante . -Lucente sa fare le magie difficili quando capisce che servono per rendere le creature più consapevoli e più buoni…disse la fata più anziana.
-Ora cantiamo e balliamo e giochiamo : facciamo festa perchè in quel paese sulla montagna ci sarà sempre la pace. Gli orsi hanno capito che occorre parlare e imparare ad ascoltare, a pensare, a prevedere..
-E a intervenire quando occorre con saggezza…
-Ci vorrebbero tanti orsi occhialuti nel mondo…disse la fatina più giovane…e tutte si misero a ridere prendendosi per mano e volando attorno alla loro regina.

 

Descrizione dell'Opera: Sono un ex insegnante in pensione di scuola primaria. Ho voluto scrivere una favola per bambini e anche per i genitori; ritengo che le "armi della pace" si costruiscono partendo dalla famiglia.