Verbi
Non so se ho ancora versi dimenticati
e scritti nel tempo addietro
per cantare la Pace.
Oppure se devo chiederli in prestito,
o reinventarli
con l’aiuto dell’ispirazione
in vena di mettermi le parole giuste
su un foglio bianco.
Ma la mia sensibilità non è morta.
Ha ancora risorse capaci:
sono già un fiume in piena.
Guerra, che brutto nome!
Che brutto intento!
Ma il verbo più folle è: uccidere!
E intanto, con il pensiero, stringo i bambini,
visto che non li ho tra le braccia.
E vorrei inviare di fretta
una valigia di tenerezza
senza che fosse rincorsa dai missili
e magari soppressa.
Così chiudo gli occhi, ma in un flash
mi appaiono solo illusioni stanche,
mentre la realtà mi suggerisce, che: sperare,
è un altro verbo, che conta poco, nell’attuale.
Troppe coscienze belliche ad imperare
dove il mostro è vivo più che mai.