Ma questo Yèshùa che tace
dopo la magia della parola,
questo nostro povero dio abbandonato da tutti,
questo figlio dell’uomo
picchiato, torturato e crocifisso,
quest’uomo spaventato e angosciato
io non lo abbandono,
io provo compassione per lui,
voglio aiutarlo a riprendersi:
ecco, io sono qui, Signore,
e ti tendo la mia mano,
io tendo la mano a te,
terapeuta itinerante fatto re
con grandi sogni e ideali,
anche se hai fallito tutto,
tranne che regnare nel cuore
degli uomini di pace
per sempre nella speranza,
nella nostra ultima speranza per sempre
nell’infinito del Dio dei numeri
delle stelle e dell’universo.